Editoriale

Marzo

Marzo. E così sei arrivato. Tra uno strano vento caldo, questi ultimi giorni di caos e tutta la Moda che c’era in giro per il mondo e che all’improvviso non c’è più.

Dovrei scrivere l’editoriale che mi sono prefissata per ogni nuovo inizio, per ogni nuovo mese ma non è facile. Necessito di un’ispirazione buona, forte, coinvolgente. Ma è chiaro a tutti che le cose più le cerchi, meno le trovi. Soprattutto in questo momento. Delicato. A tratti surreale. E mi sono ridotta alla metà del mese, ma senza ancora aver trovato le parole giuste da dire e quelle da non dire. Quelle “ok” e quelle “meglio di no”, che ora come ora è facile sbagliare. Mi sarebbe piaciuto raccontarvi della moda che c’era in giro per il mondo durante le ultime sfilate, di questo mese dedicato alla Donna e del rosa che lo avvolge, della primavera in arrivo e di tutto quello che trascina con sé. Novità per me, novità per te. Ma non so più da dove cominciare. Ci siamo smarriti e abbiamo perso le parole, ma non ancora la speranza e la forza di ripeterci che #andràtuttobene. E allora scriverò così. Di getto. Sotto il sole di questa quarantena e con la Valle d’Itria, almeno, a farmi da sfondo. Con le magnolie in fiore, qui, e le bandiere appese ai balconi in città. Scriverò un elenco di tutte quelle cose che possiamo ancora fare, guardare, non lasciarci scappare. E magari godercele anche di più. Cominciando proprio da quei ritmi improvvisamente sconvolti. Dal primo all’ultimo. Dal primo caffè del mattino, per esempio. A casa e non più al bar. Silenzioso. Calmo. Rigenerante. Col profumo che invade la cucina e i pensieri, mettendo ordine fra i tanti impegni, per ora solo rimandati. E il tempo? Sì, proprio lui. Lui che non ci basta mai, che non abbiamo nemmeno per noi stessi e che invece, adesso, cominciamo addirittura a donare. A chi ci è accanto, a chi è lontano ma raggiungiamo con una telefonata. Tempo per la casa, per una coccola in più, non solo a fine giornata. Tempo per nuovi progetti, idee, libri. Tempo per togliere tutto quello che era rimasto abbandonato sulla spalliere di qualche sedie e riporlo nei cassetti. Tempo per rimettere ogni scarpa nella propria scatola e magari anche per cominciare a fare un primo, piccolo cambio di stagione. Per portare colore negli armadi e nella vita. Tempo per donarsi e donare. Così come doniamo i nostri risparmi, a chi ne ha bisogno, a chi potrebbe averne. E poi c’è sempre il sole, ce lo prendiamo tutto. Ce lo regaliamo, insieme ad un respiro a pieni polmoni e un abbraccio virtuale. Fa bene alla mente, alla concentrazione, al cuore. Serve per produrre, perché l’Italia (Sud compreso) non si ferma, lavora da casa ma lavora. E continua a creare, amare, cucinare. Sognare. Oh sì, sognare. Questo soprattutto. Perché saremo pure dei gran romantici e sognatori, ma anche concreti e capaci di costruire il domani che desideriamo oggi. Quello che in questi giorni ci stiamo sforzando di metter su, mattone dopo mattone, con fatica e con impegno ma con l’unione della nostra nazione che, affacciata ai balconi, grida sempre più forte “Fratelli d’Italia”.

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